L’intelligenza artificiale nella riabilitazione: nuove prospettive tra ricerca e pratica clinica
Lo scorso settembre ho avuto il piacere di intervenire a Budapest, in occasione del Congresso dell’European Forum of Rehabilitation Research (EFRR 2025), presentando una relazione sulle potenziali applicazioni dell’intelligenza artificiale (IA) in medicina riabilitativa.
Negli ultimi anni, l’IA ha mostrato un potenziale straordinario in diversi ambiti della sanità, e la riabilitazione non fa eccezione. Strumenti sempre più avanzati stanno trasformando il modo in cui valutiamo, trattiamo e accompagniamo i pazienti lungo il percorso di recupero.
Le principali opportunità offerte dall’IA in riabilitazione
- Valutazioni più accurate e oggettive delle funzioni motorie e cognitive.
- Programmi riabilitativi personalizzati, grazie a machine learning e robotica, particolarmente efficaci nel recupero post-ictus e degli arti superiori.
- Monitoraggio remoto e feedback mirati, che rendono la riabilitazione domiciliare più accessibile ed efficace.
- Modelli predittivi di outcome, utili per pianificare percorsi individualizzati e decisioni di dimissione.
- Riduzione del carico clinico e contrasto al burnout, senza rinunciare all’empatia e alla relazione con il paziente.
Le sfide da affrontare
Nonostante i progressi, permangono alcune criticità:
- la necessità di aumentare la literacy tecnologica tra operatori e pazienti,
- il bisogno di garantire affidabilità e sicurezza,
- l’urgenza di studi clinici su larga scala per validare l’efficacia degli strumenti basati sull’IA.
Un futuro da costruire insieme
L’IA non deve sostituire la dimensione umana della cura, ma piuttosto potenziarla, liberando tempo ed energie per ciò che resta insostituibile: l’ascolto, la comprensione e il rapporto di fiducia tra medico e paziente.
Il futuro della riabilitazione sarà segnato da una integrazione equilibrata tra innovazione tecnologica e attenzione alla persona. Solo così potremo offrire percorsi di cura più efficaci, accessibili e umani.

